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- Nota al testo
- I. Gli intellettuali di fronte allo sterminio degli ebrei (1940-50)
- Una tipologia
- Le «muse arruolate»
- I «salvati»
- La miopia dei chierici
- Due eccezioni tedesche
- Il mondo ebraico
- «Segnalatori d’incendio»: gli intellettuali in esilio
- Pensare Auschwitz
- II. Totalitarismo e genocidio: Hannah Arendt
- Esuli e senza patria
- Le fabbriche della morte
- «La colpa organizzata»
- I campi di sterminio
- Il totalitarismo: un paesaggio brumoso
- La «banalità del male»
- III. Auschwitz e Hiroshima: Günther Anders
- Ebrei e «uomini senza mondo»
- La «vergogna prometeica»
- L’«obsolescenza dell’uomo»
- Eichmann e il pilota di Hiroshima
- IV. L’imperativo categorico di Adorno
- Ars poetica interdicta
- Critica del progresso
- Barbarie moderna
- Fascismo e antisemitismo
- La «rivolta della natura»
- Ticket Mentality
- Autodistruzione della ragione
- V. Scrivere poesie dopo Auschwitz: Paul Celan
- «Dentro la lingua della morte»
- Todesfuge
- Il messaggio nella bottiglia
- La poesia dopo Auschwitz
- Todtnauberg
- La speranza nelle pieghe della disperazione
- VI. Intellettuali ad Auschwitz: Jean Améry e Primo Levi
- Itinerari paralleli
- «Ebrei non-ebrei»
- L’«enigma» di Auschwitz e la salvazione del capire
- Ragione e memoria
- «Moralizzare la storia»
- La «colpa collettiva»
- VII. Contrappunto: Jean-Paul Sartre e la «questione ebraica»
- Libération
- L’antisemitismo
- L’ebreo sartriano
- Una soluzione della «questione ebraica»
- Un sapore autocritico
- Conclusione. Trauma, rimozione, anamnesi: la memoria dell’Olocausto
- Indice dei nomi