Retoriche rieducative, pratiche penitenziarie e formazione professionale
Una ricerca socio-giuridica nelle carceri italiane
Prefazione, di Vladimiro Zagrebelsky
Introduzione
PARTE PRIMA. RIEDUCAZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE
I. Sociologia della pena carceraria: approcci socio-giuridici di ricerca
1. Funzioni della pena e poteri simbolici
2. Evoluzione e critiche all’ideale rieducativo tra diritto e pratiche
3. L’art. 27, comma 3, della Costituzione: la rieducazione voluta dalla legge
4. Trattamento penitenziario e trattamento rieducativo
II. La formazione professionale degli adulti nel contesto penitenziario
1. Accesso all’istruzione e alla formazione professionale nei princìpi sovranazionali: analisi del quadro normativo internazionale
2. Uno sguardo all’ordinamento nazionale
3. Istruzione e formazione professionale: geografie variabili
4. Lo stato dell’arte della formazione nel contesto penitenziario italiano
PARTE SECONDA: LA RICERCA NEL CAMPO PENITENZIARIO
Il vizio dello sguardo: cenni di autoriflessività nella ricerca
III. Complessità e ambiguità del contesto penitenziario
1. Vivibilità degli spazi e attività formative
2. Spazi contaminati: l’impatto dell’emergenza sanitaria sulle attività di formazione professionale
3. Separatezza digitale: uno spazio fuori dal tempo
4. La dimensione temporale della formazione professionale tra attese e investimenti
IV. Soggettività recluse, pratiche e quotidianità detentive
1. Donne, giovani e stranieri. Un «materiale umano diverso»
2. Composizioni sociali tra bassa e alta soglia: formazione, lavoro o assistenzialismo?
3. «È un diritto riconosciuto, è una fatica organizzarlo». La formazione professionale tra premialità e bulimia trattamentale
4. «Applicare categorie libere a un ambiente chiuso»: l’incidenza delle logiche penitenziarie (e non) nella modulazione dei corsi
V. Microcosmi relazionali
1. Campo penitenziario e microcosmi relazionali
2. La selettività nella relazione educativa: motivazione, condotta e affidabilità
3. «Se non conosci il nome vuol dire che è un buon detenuto, vuol dire che non gli hai mai fatto rapporto». Il ruolo di vigilanza nella formazione professionale
4. Sintonie e distonie di relazione, quando il mondo esterno entra in carcere